Segno, o sea: una palabra, cien traducciones

Il primo articolo dell’anno lo dedichiamo alle parole señal, seña, signo e marca che sono tutte possibili traduzioni della parola italiana segno (non le sole in verità) e, almeno le prime tre, molto simili e confondibili.

La scelta della parola dipende da cosa intendiamo per segno ma anche dal fatto che le parole citate sopra hanno in spagnolo anche altri significati che non devono generare confusione nel contesto in cui le utilizziamo; non dovrebbero, cioè, generare ambiguità.

Il segno come cenno o gesto

E’ il caso più semplice da rendere in spagnolo perché fare un segno, un cenno, un gesto può tradursi sia con señal che con seña, senza particolari differenze; non ci si sbaglia, cioè, in nessuno dei casi.

Le hizo una seña/señal con la mano para que reparara en él

Gli fece un cenno con la mano in modo che si accorgesse di lui

Ciò è vero anche quando si fa riferimento ad un segnale convenzionale o almeno condiviso.

¡A mi señal, desatad el infierno!

Al mio segnale scatenate l’inferno!

Il segno come indizio

Passo in avanti: se un segno in qualche modo è anche un indizio, allora oltre che señal e seña si può utilizzare anche signo.

Todos los periodicos tomaron las declaraciones del primer ministro como una señal de las posibles evoluciones futuras

Tutti i giornali coniderarono le dichiarazioni del primo ministro come un segnale (cioè indizio) delle possibili evoluzioni future

Ese resultado del análisis de sangre es signo de una posible enfermedad

Quel risultato delle analisi del sangue è segno di una possibile malattia

Il segno come marchio

Qui si cambia: si mette un segno su una scatola per riconoscerla, in un elenco per spuntare o qualcosa lascia il segno su una superficie. E’ un segno che serve per marcare qualcosa (o lo marca anche senza volerlo). In spagnolo, non a caso, si usano señal (più generico) e marca (più specifico).

La camisa que llevaba ayer me apretaba tanto que me ha dejado una marca en el cuello

La camicia che portavo ieri mi stringeva talmente tanto che mi ha lsciato un segno sul collo

Il segno come simbolo

Qui è più semplice: il segno grafico, matematico, astrologico etc. è un signo, né più né meno.

Trazó unos signos en la arena para enseñarle como quería cambiar la disposición de los muebles

Tracciò dei segni sulla sabbia per mostrargli come voleva cambiare la disposizione dei mobili

Muchos idiomas se componen de signos alfabéticos

Molte lingue sono composte da segni alfabetici

Hay signos de tierra, de agua, de aire y de fuego

Ci sono segni di terra, di acqua, d’aria e di fuoco

Il segno come marchio

Infine il segno come marchio, impronta, stile che permette di riconoscere qualcosa o ricondurlo a qualcosa è marca

Sus cuadros tiene la marca de la generación de pintores de finales de Seicientos

I suoi quadri hanno l’impronta/il segno della generazione dei pittori del finale del seicento

In più…

Tutte queste parole hanno anche altri significati che non sono esattamente l’equivalente di segno, come señal che traduce moltissime espressioni italiane (segnale audio, video, stradale, digitale, analogico etc.) e marca che traduce anche l’italiano marca (di automobili o vestiti)

Alla prossima

Giovanni

Hablar el español de España – Capítulo II

Cojín vs Almohada

Si inizia con qualcosa di semplice: un cuscino è un cojín, chiaro, ma il cuscino del letto è una almohada.

En la habitación había un sofá que siempre adornaba con cojines.
Nella stanza c’era un sofà che abbelliva sempre con cuscini.

Arregla la cama y cambia la funda de la amohada.
Sistema il letto e cambia la fodera del cuscino.

Arreglar vs Apañar

Qui la storia è leggermente più complicata. Aggiustare o riparare qualcosa può tradursi sicuramente con reparar o arreglar. Del resto aggiustare qualcosa è riportarla alla normalità o a ciò che dovrebbe essere la regola (la regla, perciò arreglo, da arreglar). Ma quando più che aggiustare qualcosa si mette una sistemazione temporanea, una riparazione di fortuna, insomma quando si mette una pezza allora c’è apañar.

La semana pasada el coche no podía arrancar y tuve que llevarlo al taller que lo arregló en un par de días.
La settimana scorsa non partiva più la macchina e ho dovuto portarla all’officina che l’ha sistemata in un paio di giorni.

Iba a poner en marcha el coche pero de repente se detuvo en medio de la calle. Tuve que bajarme en plena calle, echar un vistazo al motor y apañarlo de alguna manera, justo para llegar al primer taller.
Stavo per mettere in moto la macchina ma all’improvviso mi si è fermata in mezzo alla strada. Sono dovuto scendere, dare un’occhiata al motore e sistemarlo in qualche modo, giusto per arrivare fino all’officina più vicina.

Quindi se riporto qualcosa alla regola (regla) lo arreglo, ma se semplicemente metto una pezza (paño) allora lo apaño. Sembra tutto molto stupido ma funziona…

Borrador vs Esbozo

Borrador, che forse è più comune, è una bozza di qualcosa che – per così dire – verrà completato. Si trova cioè quando si parla di una mail, un romanzo, una lettera.

Esbozo, invece, è una bozza nel senso di schizzo o descrizione sommaria, e non necessariamente diventa qualcos’altro (come lo schizzo di una chiesa su un album).

Ya tengo preparado un borrador, voy a enviarte el informe dentro de unos minutos.
Avevo già pronta una bozza, ti spedisco il report tra qualche minuto.

Nos enseñó un esbozo del paisaje que quería pintar al óleo.
Ci mostrò una bozza del paisaggio que voleva dipingere ad olio.

 

Ciao

 

Giovanni

Cometa 

Nelle giornate delle stelle cadenti possiamo ricordarci che la cometa spagnola (femminile)  corrisponde all’aquilone italiano (maschile) così come el cometa spagnolo (maschile) corrisponde alla stella cometa italiana (femminile) .

Buone vacanze 

Giovanni 

Cianfrusaglie…

L’estate è anche o forse soprattutto il tempo della leggerezza, della futilità e dell’abbondanza e poche cose rispecchiano tale idea come le cianfrusaglie di cui ci si circonda. Dal momento che né lo spagnolo né l’immagine che spesso – non sempre a ragione – si ha della Spagna possono definirsi esattamente come una manifestazione di minimalismo ed essenzialità non sorprende che ci si imbatta in una pletora di parole che in un modo o nell’altro si riferiscono a qualcosa o ad un insieme di cose a volte senza nome, a volte non più funzionanti, a volte incomplete…

Le cianfrusaglie intese come cose piccole e per lo più inutili sono los chismes, los cachivaches, los trastos, usati ovviamente al plurale

Ya es hora de que tires todos estos chismes / cachivaches / trastos a la basura

E’ ora di buttare tutte queste cianfrusaglie

mentre al singolare il significato è più neutrale è indica un aggeggio, un arnese, un coso…

En la oficina tengo un cachivache que nos vendrá utilísimo para este trabajo

In ufficio ho un aggeggio che ci sarà utilissimo per questo lavoro

Attenzione, però, che los trastos sono anche semplicemente gli attrezzi, gli strumenti necessari per qualcosa…

 

Una cianfrusaglia che è in verità semplicemente una sciocchezza, una piccolezza da regalare è una chuchería

Cuando estoy de viaje siempre compro unas chucerías para mis amigos

Quando viaggio compre sempre qualcosa (…) per i miei amici

 

Se invece le cianfrusaglie sono in verità oggetti vecchi o che non funzionano più o che sono ingombranti ovvero dei catorci, allora abbiamo a che fare con una chatarra o un cacharro, ovvero una paccottaglia, un rottame… che suonano più o meno come l’italiano catorcio

Parece mentira que todavía ande con ese cacharro

Sembra incredibile che vada ancora in giro con quel rottame

 

E se non bastasse ci sono anche la metralla (ferrovecchio, spiccioli…) o las menudencias (spiccioli, monetine…) ma forse meno nella lingua parlata

Buenas vacaciones

Giovanni

Criar e i suoi figli

Probabilmente in questo post non ci sarà molta farina del mio sacco, tuttavia può mostrare come a volte la derivazione di molte parole dalla stessa radice più che facilitare l’apprendimento del significato di quella parola possa generare qualche dubbio.

Allora, partendo da criar, un verbo che a seconda dell’ambito significa crescere/educare/allattare (uomini), allevare (animali) o coltivare (piante), se si fa un giro sul dizionario ci si può imbattere come prima cosa in cría/crío, cioè il bambino o meglio ancora il bimbo, il piccoletto. Al femminile, però, la cría indica anche il piccoletto di un animale, il cucciolo quindi, e per estensione l’intera cucciolata – a volte in spagnolo il femminile è usato per un’estensione del maschile, como la huerta che indica un orto (huerto) molto grande – fino all’allevamento, inteso però solo come attività e non come luogo, location.

Poi si incontra criada/criado, che ha meno a che vedere con tutto questo mondo facendo riferimento alla domestica, al governate e così via, a meno di non voler vedere queste figure come quelle educate o istruite per determinate mansioni o compiti… ma almeno a me sembra un po’ debole…

Si passa poi per il criadero e il criador, un po’ più facili perché come altre coppie di questo tipo indicano rispettivamente ciò che ha la funzione di criar, quindi l’allevamento, anche come luogo, e chi svolge questa azione, quindi l’allevatore o produttore in senso esteso.

La crianza, che si incontra quasi alla fine, è l’allevamento (intesa come l’azione dell’allevare), l’allattemento e anche l’educazione (un po’ letterale…); e infine la criatura chiude il cerchio riferendosi oltre che alla creatura divina, religiosa anche al piccolo o neonato, come cría/crío.

A presto

Giovanni

 

Chismes, cianfrusaglie, chiacchiericci…

Post velocissimo e via telefonino, senza particolari suggerimenti o grandi aiuti ma solo per questa osservazione.
Quando si parla o ci si intrattiene con qualcuno si può finire a parlare di quelli che cattivamente chiamiamo pettegolezzi o più benevolmente chiacchiericcio, cioè una serie di notizie e notiziette – più o meno vere – che possono fare da contorno a quanto costituisce con maggior peso e certezza quello che si sa di una persona, un fatto, un luogo.
In maniera simile spesso una stanza, una casa o un’auto oltre a contenere cose che immediatamente si riconoscono e si associano a quella situazione possono contenere oggettini e cianfrusaglie che riempiono lo spazio e ai quali a volte si potrebbe anche non saper dare un nome preciso.
Morale della storia: pettegolezzi, chiacchiericcio, cianfrusaglie e oggettini vari diventano in spagnolo la stessa espressione, los chismes.

Ciao

Giovanni

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