Feliz séptimo cumpleaños

Hoy Caminando por el español cumple siete años.

Muchísimas gracias a todos los aficionados

¡Hasta pronto!

Giovanni

Fiamme negli occhi (Coma_Cose)

Finalmente con qualche mese di ritardo interpretraduzione di Fiamme negli occhi dei Coma_Cose, presentata al Festival di Sanremo di quest’anno.

In fondo il video della canzone su You Tube.

Fiamme negli occhi

Quando ti sto vicino sento

Che a volte perdo il baricentro

E ondeggio come fa una foglia

Anzi come la California

Metà sono una donna forte

Decisa come il vino buono

Metà una venere di Milo

Che prova ad abbracciare un uomo

E anche se qui c’è troppa gente

Io me ne fotto degli altri

E te lo dico ugualmente

Resta qui ancora un minuto

Se l’inverno è soltanto un’estate

Che non ti ha conosciuto

E non sa come mi riduci

Hai le fiamme negli occhi ed infatti

Se mi guardi mi bruci

Quando ti sto vicino sento

Che a volte perdo il baricentro

Galleggio in una vasca piena

Di risentimento

E tu sei il tostapane che ci cade dentro

Grattugio le tue lacrime

Ci salerò la pasta

Ti mangio la malinconia

Così magari poi ti passa

Mentre ondeggi come fa una foglia

Anzi come la California

Resta qui ancora un minuto

Se l’inverno è soltanto un’estate

Che non ti ha conosciuto

E non sa come mi riduci

Hai le fiamme negli occhi ed infatti

Se mi guardi mi bruci

Resta qui e bruciami piano

Come il basilico al sole

Sopra un balcone italiano

Che non sa come mi riduci

Hai le fiamme negli occhi ed infatti

Se mi guardi mi bruci

Se mi guardi mi bruci

Se mi guardi mi bruci

Se mi guardi

Llamas en los ojos

Cuando te encuentras cerca siento

Que a veces pierdo el baricentro

Y ondeo como haría una hoja

Es más igual que California

Mitad soy una mujer muy fuerte

Tan firme como el vino bueno

Mitad una Venus de Milo

Que trata de abrazar a un hombre

Y aunque hay demasiada gente

Ya me la trae tan floja

Y te lo digo igualmente

Sigue aquí o ya te habrás ido

Si el invierno solo es un verano

Que no te ha conocido

Y no sabe tus ojos son llamas

Nunca dejan de arder y por eso

Si me miras me quemas

Cuando te encuentras cerca siento

Que a veces pierdo el baricentro

Floteo en una bañera llena

De resentimiento

Y tú el tostador que se cae adentro

Voy a rallar tus lágrimas

Con ellas salaré la pasta

Me como tú melancolía

Así quizás desaparezca

Mientras ondeas como haría una hoja

Es más igual que California

Sigue aquí o ya te habrás ido

Si el invierno solo es un verano

Que no te ha conocido

Y no sabe tus ojos son llamas

Nunca dejan de arder y por eso

Si me miras me quemas

Sigue aquí, quememos despacio

Como albahaca al sol

En un balcón italiano

Que no sabe tus ojos son llamas

Nunca dejan de arder y por eso

Si me miras me quemas

Si me miras me quemas

Si me miras me quemas

Si me miras sientes

Fiamme negli occhi – You Tube

Ammaliare è un po’ imbrogliare?

L’equivalente spagnolo di imbrogliare è enredar (nel senso di creare una situazione ingarbugliata, cioè incasinare) e estafar nel senso di imbrogliare qualcuno.

Il verbo embrujar, quindi, non significa imbrogliare, come invece potrebbe facilmente trarre in inganno l’assonanza con quello italiano; embrujar, tra l’altro, ricade nei casi in cui la jota spagnola J sostituisce il gruppo GL italiano come osservato tanto tempo fa.

Embrujar è quindi un falso amico e significa ammaliare, stregare (collegandosi a brujo/a, cioè stregone, strega), a meno di pensare che quando si ammalia o si strega qualcuno in fondo lo si imbrogli un pò.

Il post finirebbe qui ma di passaggio si può ricordare che l’altro modo di definire uno stregone o strega è hechicero/a che diventa interessante se si traduce come fattucchiere/a (parola poco usata, in verità) perché presenta sia la corrispondenza F italiana H spagnola che quella TT italiana CH spagnola.

A presto

Giovanni

Da C hasta Z (o sea, da una lettera hasta una letra)

Dopo moltissimo tempo si aggiunge un altro piccolo post alla serie Da una lettera hasta una letra, nella quale ci sono suggerimenti per i gruppi di lettere che si associano spesso – ma purtroppo non sempre – alla stessa letra in spagnolo.

Il titolo non è completamente veritiero perché la trasformazione riportata sopra si applica fondamentalmente quando la radice della parola è la stessa tra italiano e spagnolo (potremmo dire che la prima parte della parola è uguale o simile), la sillaba che inizia con C in italiano segue la sillaba tonica e la C è seguita solo da E o I, ovvero:

sillaba tonica + C + E/I

Questa sequenza si presenta in parole come

audace, capace, mendace, pace, verace, radice, vernice, noce, luce, dieci

Quello che succede è che la sillaba tonica rimane immutata, cade la terminazione in E o I e la C si trasforma in Z (da qui il titolo del post) e questa Z si attacca alla sillaba tonica, ovvero:

sillaba tonica (+) Z

Le parole precedentemente indicate diventeranno quindi

audaz, capaz, mendaz, paz, veraz, raíz, barniz, nuez, luz, diez

tutte tronche, anche quelle non accentate, con piccole variazioni dovute alle regole della lingua spagnola.

L’origine di questa trasformazione non mi è nota, almeno non ancora. Quello che si può osservare è che per le regole della fonetica spagnola una parola scritta audace si pronuncerebbe (per così dire) auˈðaθe, con quel suono θ che fa tanto spagnolo non essendo né la s sorda né la s sonora presenti in italiano. Ora, se la vocale finale fosse presente anche in spagnolo, quel suono verrebbe rappresenta da una C; ma nel momento in cui per qualche motivo cade la vocale finale, è possibile che tra il mantenimento del suono e il mantenimento del segno grafico prevalga il primo aspetto, ovvero il mantenimento del suono θ, che però in spagnolo, in assenza della vocale, viene rappresentato con una Z e non più con una C.

Tutto qui

Alla prossima

Giovanni

Derrumbar, Derribar, Derrocar

Feliz sexto cumpleaños

Hoy Caminando por el español cumple seis años.

Muchísimas gracias a todos los aficionados

¡Hasta pronto!

Giovanni

Curiosidades – Capítulo VI (masticar, mascar, descansillo, arrancar)

 

Masticar y Mascar

Lo spagnolo ha fondamentalmente due verbi equivalenti all’italiano masticare; questi verbi sono masticar e mascar. Senza addentrarsi nelle definizioni che diversi dizionari danno (a volte anche non allineate tra loro), la storia si può riassumere evidenziando che nell’uso comune la tendenza è di utilizzare masticar in modo più ampio e generico ma sicuramente quando ci si riferisce al cibo e/o comunque alla successiva ingestione; mascar, invece, è quasi solo riservato a casi specifici come masticare un chewing-gum, masticare del tabacco etc., casi in cui non si parla di cibo né tantomeno di ingerire qualcosa.

 

Descansillo

Descansillo significa semplicemente pianerottolo, né più né meno. Fin qui nulla di interessante se non fosse che el descanso è il riposo ed il suffisso -illo ha funzione diminutiva/vezzeggiativa. Descansillo, quindi, suona più o meno come riposino o piccolo riposo, proprio quello che si fa tra una rampa di scale e l’altra.

 

Arrancar

Arrancar richiama da vicino il verbo italiano arrancare. Ebbene, i due verbi non solo non hanno lo stesso significato ma se possibile hanno sfumature quasi opposte. Mentre in italiano arrancare sottende tendenzialmente qualcosa di difficoltoso, negativo e titubante, arrancar in spagnolo ha una connotazione decisamente più risoluta e neutra (quasi positiva): come intransitivo, infattti, ha una serie di significati che spaziano da prender avvio, iniziare, mettersi in moto ad avere origine, dipanarsi, diramarsi etc.; come transitivo, invece, vuol dire strappare, sradicare, sottrarre con forza, schiodare…

 

Giovanni

Curiosidades – Capítulo V (desasnar, sol de justicia, vete al carajo)

Desasnar

Vuol dire educare, incivilire. Perché?

Anche nella lingua spagnola l’asino (asno) viene spesso utlizzato per evidenziare dei connotati non prettamente positivi
Eres un asno

ovvero Sei un asino, oppure
Hay muchos asnos disfrazados de sabio

ovvero Ci sono molti asini travestiti da saggi

Ma lo spagnolo fa di più: parte da asno, lo trasforma in un (inesistente) verbo asnar e poi lo nega con il prefisso des- formando desasnar – uno degli infiniti verbi con prefisso des- – che avrebbe una traduzione letterale del tipo disasinare, ovvero togliere le caratteristiche negative tradizionalmente associate all’asino, e quindi educare, incivilire.
Sol de justicia

Vuol dire letteralmente sole da giustizia ma in verità corrisponde al nostro sole che spacca le pietre. Perché?

Perchè, in base a quanto si tramanda, esisteva un’antica forma di esercitare la giustiza che prevedeva che l’imputato venisse giudicato da Dio, rappresentato dal Sole, lasciando che l’imputato stesso crogiolasse per ore (a volte anche per giorni) sotto la forza giudicatrice del Sole stesso e che solo sopravvivendo a questa avrebbe dimostrato la propria innocenza.
Vete al carajo

Vuol dire letteralmente vattene al carajo ma in verità corrisponde al nostro vai all’inferno, vai a farti friggere, vai a farti *******. Perché?

Perchè anticamente el carajo era una piccola cesta posta nel punto più alto dell’albero maestro delle navi a vela. Questa cesta, se da un lato permetteva di avere la migliore visuale di tutto ciò che circondava la nave (mare, terra e altre imbarcazioni), dall’altro risultava uno dei punti più scomodi in quanto esposto al vento, al freddo, alla pioggia e ancor più che altre postazioni alle sbandate della barca dovute – ad esempio – alle folate di vento. Come tale era probabilmente usato come luogo di castigo, di penitenza al quale mandare chi non si era comportato correttamente.

Giovanni

Una volta per tutte (vez, vuelta, volta…)

La traduzione spagnola della parola italiana volta, nel significato di occorrenza, è vez (non vuelta, dal suono simile) e deriva dal latino vĭcis

Una vez… dos veces… algunas veces… a veces… ∼ Una volta… due volte… qualche volta…a volte

Esta vez no saldrá con la suya ∼ Questa volta non l’avrà vinta

Da vĭcis ha ereditato anche il significato di reciprocità, ricambio

a mi vez… a su vez… ∼ a mia volta… a sua volta
quello di posto, carica, funzione

en vez de… ∼ al posto di… in luogo di…

e quello di avvicendamento o (ultimo) turno

tener la vez… dar la vez… ∼ essere l’ultimo in una fila…

Alcuni di questi si sono riversati anche in italiano

fare le veci di… invece di…

ma non quello di ricorrenza, che per l’italiano volta dovrebbe/potrebbe risalire a volvĭta, dal verbo volvĕre (volgere): qualcosa che si ripete più volte è qualcosa di volto su se stesso e reiniziato.

In spagnolo questa idea di ricorrenza e volgersi su se stesso è rimasta anche nella parola vuelta, che non ha però un significato legato in senso stretto alle occorrenze (una volta… due volte etc.) ma tantissimi collegati all’idea di ritorno

su vuelta fue una sorpresa ∼ il suo ritorno fu una sorpresa

di giro o percorso…

se adelantó en la primera vuelta ∼ andò avanti al primo giro

una vuelta per el centro de la ciudad ∼ un giro per il centro della città

e addirittura resto di un pagamento

¡puede quedarse con la vuelta! ∼ tenga il resto!

Alla prossima

Giovanni

Feliz quinto cumpleaños

A pesar de todo Caminando por el español todavía sigue aquí después de cinco años

Muchísimas gracias a todos con la esperanza de actualizarlo más frecuentemente que en este último año

¡Hasta pronto!

Giovanni

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